Pagine

Visualizzazione post con etichetta russia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta russia. Mostra tutti i post

mercoledì 5 giugno 2013

Reggimenti di Fanteria

Fonte: Archivio Ligure della Scrittura Popolare (storia.dafist.unige.it)
Sul retro dell'originale di questa fotografia venne riportato che si trattava della 9^ Compagnia del III° Battaglione dell'89° Reggimento Fanteria - Divisione Cosseria -. In partenza per la Russia. L'anno, il 1941. La Caserma, la "Gallardi" di Ventimiglia, cui altra volta ho fatto cenno.



Si tratta di un documento che, al pari di quelli che qui seguono, la famiglia dell'ufficiale che li raccolse ha lasciato all'Archivio in parola.
Fonte: Archivio Ligure della Scrittura Popolare (storia.dafist.unige.it)

In questo caso la dicitura parla di ufficiali del Reggimento ad un campo in una località non altrimenti specificata dell'entroterra di Ventimiglia.








Fonte: Archivio Ligure della Scrittura Popolare (storia.dafist.unige.it)

In questa immagine una cerimonia in una piazza di Ventimiglia.










Fonte: Archivio Ligure della Scrittura Popolare (storia.dafist.unige.it)


Ufficiali del Reggimento ad un campo, sempre in un punto imprecisato dell'entroterra di Ventimiglia. 
Le annotazioni qui utilmente sottolineano che la partenza per il fronte russo avvenne nel 1942: il Reggimento, come viene ricordato ancora oggi con dolore a Ventimiglia - tanti i giovani della città partiti, tanti i soldati provenienti da altre province, conosciuti dalla popolazione -, ebbe, come tutto il Corpo di spedizione italiano, in quelle lontane terre ingenti perdite.
Fonte: Archivio Ligure della Scrittura Popolare (storia.dafist.unige.it)

Grande contrasto tra la serenità di un gruppo di fanti, di graduati e di ufficiali, al termine di un'esercitazione ancora in territorio ligure, con le tragedie consumate in Ucraina.








Fonte: Archivio Ligure della Scrittura Popolare (storia.dafist.unige.it)


All'ultimo, l'ufficiale, cui si deve questa raccolta, fu destinato all'Albania. E poi alla Grecia. In un altro Reggimento, il 42°.

















Fonte: Archivio Ligure della Scrittura Popolare (storia.dafist.unige.it)

Le ultime due fotografie, in effetti, fanno riferimento ai Balcani, dove la guerra, come noto, fu disastrosa per le truppe italiane, che là, una volta saldate le posizioni dai tedeschi, vennero anche largamente impegnate in repressioni contro le popolazioni civili, condotte all'insegna del contrasto contro i partigiani: mi sembra di avere colto qualche segno di questa brutta pagina di storia in alcune parole - rastrellamento, ad esempio - apposte a commento di uno scatto dalla famiglia in questione.

Il conflitto nei Balcani mi fa venire in mente quanti soldati italiani - tanti! - tornarono - quasi tutti previa prigionia nei campi tedeschi - afflitti da perniciosa malaria. E la condanna della guerra in generale - in particolare della scellerata scelta di belligeranza, imposta al nostro Paese dal fascismo - mi appare implicitamente rafforzata da immagini come queste - ed altre similari del repertorio cui ho attinto - cercate di tutta evidenza da quel capitano allo scopo di tranquillizzare i propri cari lontani.

Mi sembra importante, infine, lo sforzo di valorizzazione della cultura popolare che compie, come altri in Italia, il richiamato Istituto genovese. 



mercoledì 26 settembre 2012

Il primo "Atlante della Russia", 1745


Il primo "Atlante della Russia" fu pubblicato nel 1745 dalla Accademia delle Scienze di Pietroburgo. Vennero utilizzati allo scopo molti lavori del cartografo Ivan K. Kirilov.  Controverso, invece, il ruolo, dell'astronomo francese Joseph Nicolas de L'Isle, incoraggiato a diventare astronomo da Gian Domenico Cassini, del quale ultimo si commemorano in questi giorni i trecento anni della morte. Di De L'Isle, dicevo: per alcuni storici é dubbio che abbia collaborato alla stesura di questo Atlante, mentre sembra assodato che venne chiamato a dirigere una scuola di astronomia, annessa alla mentovata Accademia. In ogni caso, qui, David Rumsey Map Collection, dove ho tratto le immagini di questo post, sussistono altre informazioni.


Una parte del corso del Volga, 1745.
Tralascio un minimo di approfondimento sull'Atlante in questione, perché una volta di più mi trovo affascinato da antiche mappe.


La zona del Caspio nel 1728. Ecco, sottolineo solo questo aspetto, cioé, quello di carte stese negli anni per confluire infine nell'opera in parola.


Siberia, 1745. Sullo studio della geografia di questa enorme regione ci sono storie affascinanti, anche successive a questo periodo. Continua, però, a prevalere in me, ora, il lato della mera ammirazione estetica.


San Pietroburgo, 1737.


San Pietroburgo, 1741.


Mosca, 1739.



Una legenda di questo Atlante.



martedì 19 giugno 2012

Nicolaas Witsen, erudito e viaggiatore olandese del Seicento

Mappa dell'attuale Siberia, realizzata nel 1690 da Witsen - Fonte: Wikipedia

Di Nicolaas Witsen (1641-1717), o Nicolaes Witzen, olandese, Jules Verne tramanda che aveva percorso la Tartaria orientale e settentrionale, riportandone un racconto di viaggio pubblicato nel 1692 in olandese e mai tradotto in altra lingua.

Fonte: auction.catawiki.cn
Fonte: aste.catawiki.it
Fonte: Wikipedia
Verne aggiunge che, nonostante due ristampe (1705-1785), altre opere più curiose e più complete destarono nel 1700 l'attenzione degli europei in materia.
Fonte: Wikimedia
Questa immagine di uno sciamano della Siberia, stesa di mano dallo stesso Witsen, testimonia già da sola, credo, il rilievo del suo lavoro.
Fonte: Wikipedia
Witsen in un ritratto del 1701, di Peter Schenck.

In effetti, Witsen, notevole erudito, ebbe una vita intensa e interessante, non facile da riassumere.

Fu tredici volte, dal 1682 al 1702, borgomastro di Amsterdam, come già era stato il padre. Verso la fine del XVII secolo fu anche uno dei Direttori della Compagnia Olandese delle Indie Orientali. Già da giovane era stato in Inghilterra, entrando in relazione con i figli di Cromwell. Nel 1664 e nel 1665 fu ambasciatore in Russia o Moscovia, come si diceva allora. E ne scrisse una sorta di diario. Subito dopo viaggiò in Italia, in Francia e di nuovo in Inghilterra.

Fonte: veiling.catawiki.nl
Sull'Estremo Oriente Witsen realizzò un compendio di documenti importanti, anche medievali.

Fonte: Wikipedia
Witsen si occupò inoltre di costruzioni navali, tanto é vero che a lui si devono le migliori conoscenze sui navigli olandesi dell'epoca. E per costruire la moderna flotta russa, Pietro il Grande fu anche tributario delle competenze di questo personaggio, conosciuto nel suo soggiorno ad Amsterdam. Con Witsen lo zar rimase in contatto sino alla morte dello studioso olandese, in occasione della quale disse di avere perso un grande amico.

Witsen fu in rapporto con molti pensatori e scienziati dell'epoca, tra cui Liebniz.

Fu un teorico della coltivazione del caffé, di cui propugnò l'introduzione in diverse lande.
Ebbe una collezione di più di millecinquecento disegni di piante, quasi tutte della zona del capo in Sudafrica, nota come Codex Vitsenii e passata di mano in mano a diversi successivi studiosi.

Ricoprì ulteriori, importanti ruoli pubblici.

Ma quello che si ricorda soprattutto di lui é quella carta della Siberia, stesa nel 1690.

Diverse pubblicazioni, tra cui non poteva mancarne una di uno storiografo russo, sono state dedicate negli ultimi anni, in modo più o meno completo, alla multiforme attività di Witsen.



lunedì 9 aprile 2012

A Ventimiglia c'era un Reggimento


Prima della guerra era di stanza a Ventimiglia un Reggimento di Fanteria, l'89°. Del resto la città di confine era a quel tempo, come già nel passato, attorniata da varie fortificazioni e caserme.
Ma di quel Reggimento alcune persone cercano per motivi familiari di ricostruire la storia, anche per istituire in Ventimiglia una mostra permanente di relative immagini e documentazioni.

Mi sembra di avere capito che in questa fotografia sia rimasto fissato un attimo della partenza per il fronte russo.







 
L'immagine che precede é quasi sicuramente riferita all'Ucraina.
L'idea appassionata della ricerca in questione nasce proprio dal nipote di un tenente morto durante l'infausta campagna dell'Armir.
Il Reggimento, come tutto il Corpo di spedizione italiano, ebbe ingenti perdite. Il medico sanitario, dottor Castellano, fece in tempo a diventare figura di spicco della Resistenza ad Imperia: al suo operato in Russia é stato dedicato un libro.
Il Reggimento, a conflitto ancora in corso, non rientrò più in Ventimiglia. I suoi soldati, trattenuti in Piemonte, come tanti altri reduci della tragica ritirata dal fronte orientale in varie località, furono quasi tutti internati - aspetto generale ben noto - dopo l'8 settembre 1943 dai tedeschi: pochi riuscirono a sfuggire in tempo alla cattura.
Questa fotografia riporta alla città di confine. Nello sfondo si può notare uno scorcio panoramico caratteristico di Ventimiglia.
La caserma, quella che qui si vede, come già nei primi due scatti, caserma "Gallardi", era - é - più lontana da quella spiaggia: e rappresenta un ingarbugliato capitolo a parte di ordine sociale il suo uso a civile abitazione dal dopoguerra ad oggi. 
Ho compiuto qualche scarno accenno alla storia di quel Reggimento - storia, ripeto, che altri cercano di completare -, perché penso rappresenti ancora un significativo monito di pace.