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giovedì 2 maggio 2013

Borghetto San Nicolò























Borghetto San Nicolò, oggi Frazione di Bordighera (IM), é situato a pochi chilometri dal centro cittadino: poco oltre si incontra Vallebona, dirimpetto, oltre il torrente, sempre in collina, si nota Sasso, cui ho già dedicato qualche cenno.


Presenta, credo, lasciti antichi importanti.

Ne sono, personalmente, molto attratto.























Come in quasi tutti i centri storici italiani la cura per i monumenti é scarsa, ma quantomeno si respira la storia ed il paese pulsa di vita sociale.

 L'Oratorio.

Interrompo la carrellata di fotografie. Posso sempre tornare sul tema. Avevo già detto che Borghetto San Nicolò fece parte della Magnifica Comunità degli Otto Luoghi. Con l'ultima immagine metto in evidenza che aveva già contribuito due secoli prima alla rifondazione di Bordighera. Ho segnalato con dei link a delle pagine che reputo significative la possibilità di compiere qualche approfondimento in materia.























Ma forse un ultimo scatto, relativo ad una veduta parziale del vallone del torrente Borghetto nella parte antistante la Frazione, può avere valore indicativo circa le trasformazioni intercorse nell'assetto del territorio da quando tutta la zona, come altre volte ho già riferito, era interessata da un bosco sacro pagano o, in tempi più recenti, era ricoperta da un immenso uliveto, immortalato da Claude Monet.



sabato 23 marzo 2013

Sasso


Sasso, Frazione di Bordighera.
























A poca distanza dal centro cittadino.























L'ho rimirato tante volte dal basso, ai Gallinai dove abitava la nonna materna con lo zio, da bambino e da adolescente, perché ero più attento a cercare di scoprire il mondo. .























La Parrocchia di S. Pietro e di S. Paolo.























A metà 1500 Sasso - ritenuta sede più sicura - accolse le famiglie degli eroici difensori della finitima Vallebona, i quali, asserragliati nella chiesa fortificata di S. Lorenzo, riuscirono a mettere in fuga i pirati turcheschi di Ulugh-Alì (detto anche Occhialì), sbarcati ai Piani di Vallecrosia, ma i cui piani di razzia erano stati nell'occasione fortunosamente svelati per tempo.

Perché Sasso era una delle "Ville" (le altre, in approssimativo ordine geografico, da levante, Bordighera, Vallebona, Borghetto S. Nicolò, Vallecrosia, S. Biagio della Cima, Soldano, Camporosso; nelle denominazioni moderne, perché all'epoca alcuni di questi fonemi differivano) che diedero vita alla "Magnifica Comunità degli Otto Luoghi", sorta nel 1686 dopo sforzi di lunga lena dietro concessione della Repubblica di Genova a configurare un distacco - nel complicato quadro del diritto di quel periodo - amministrativo - subire meno balzelli! - dal Capitanato di Ventimiglia. Una esperienza di breve durata, travolta dalla conquista - in questo caso - della Liguria da parte della Francia Rivoluzionaria, ma molto significativa, sulla quale a questo link si possono rinvenire maggiori informazioni.























Sasso ha dato i natali, nel tempo, a personaggi importanti o alle loro famiglie, ma vado per il momento a ricordare solo la giornalista e scrittrice Irene Brin, figura in ripresa di attenzione anche critica, la quale nel borgo, dove è deceduta, ha lasciato un giardino, curato tuttora da eredi, che coltiva la vocazione di galleria d'arte a cielo aperto.



Un amico mi ha raccontato di vecchie partite, penso a livello amatoriale, di "balùn", il pallone elastico o, ancora, palla pugno, che si facevano un tempo nel paese: preso dalla sua conferma di coloriti trasporti popolari, a me già noti, per questo sport e dal racconto di episodi, come quello di un giocatore del posto in grado, alla battuta, di squarciare la palla, mi sono dimenticato di chiedere quante reti di protezione, data la conformazione di Sasso, usassero allora stendere...



martedì 17 luglio 2012

Camporosso, San Pietro


La Chiesa di San Pietro - oggi cimiteriale - a Camporosso (IM), a pochi chilometri dallo sbocco a mare della Val Nervia, mi offre lo spunto per considerare una volta di più il fatto che spesso non occorre andare lontano per respirare la storia. E che non si sa mai abbastanza dei propri luoghi.

Il sito in questione, ad esempio, era nel Medio Evo un punto di incontro e di riposo per i pellegrini della fede, che facevano capo alla diramazione occidentale di una Via Romea Piemonte - Mar Ligure - Ventimiglia. Lo attestano atti notarili, sopravvissuti al tempo, utili anche per comprendere aspetti datati di civiltà materiale. Soprattutto, come da rogito del 1258, un'usanza particolare che si commenta da sola, quella dei "messaggeri della fede a pagamento": vale a dire persone che, dietro compensa, affrontavano in nome e per conto di facoltosi, ma pusillanimi, committenti i pericolosi pellegrinaggi dell'epoca, che servivano - da non dimenticare! - alla salvezza delle anime dei credenti.

La Chiesa fu, poi, epicentro di una furiosa battaglia tra truppe genovesi, che avevano già assediato il Castello di Dolceacqua, e quelle dei Savoia nell'ottobre 1672. Furono diverse le conseguenze importanti in zona di questo conflitto: l'abdicazione del Marchese Doria di Dolceacqua, infeudato alla casata di oltregiogo, sconvolto dagli avvenimenti; nuovi Regolamenti Militari della Repubblica Ligure, perché le violenze delle proprie soldatesche a danno dei propri sudditi furono molto pesanti; l'accelerazione del distacco degli Otto Luoghi dal predominio fiscale di Ventimiglia.

Sarei tentato di aggiungere altre considerazioni. E fotografie, per illustrare stato dei luoghi, inquadrati storicamente a questo link, che indico per chi volesse saperne di più in materia.

mercoledì 16 novembre 2011

Riflettendo sulla storia locale


La Chiesa di San Michele a Ventimiglia (IM), più esattamente a margine del centro storico e affacciata sulla valle del Roya, fu per un certo periodo anche dei Templari, che avevano eretto intorno altre loro costruzioni.


Porta Sottana di Bordighera (IM) fa ricordare che la cittadina, pur se la definizione già nella dizione medievale esisteva, sorse solo alla fine del Quattrocento. In seno a quella Comunità degli Otto Luoghi che si staccò alla fine del Seicento dalla presa - si direbbe oggi - amministrativo-fiscale di Ventimiglia. Il Dominio era, tuttavia, ancora quello della Serenissima Repubblica di Genova, il cui simbolo di potere é tuttora visibile su quella architettura.


E, risalendo più indietro nel tempo, i reperti romani hanno, invero, una loro suggestione.

Memorie pure importanti come queste - e tante altre ce ne sono - sono care - ma non sempre! - a chi abita e frequenta l'estremo Ponente Ligure, ma possono non sembrare particolarmente significative a fronte dell'immenso patrimonio storico, monumentale ed artistico del nostro Paese.

Se continuo ad occuparmi di questi aspetti, lo faccio certo anche per chi non conosce queste zone.
Solo che asserzioni stimolanti di un certo dibattito culturale, come ho potuto ancora constatare di persona in una recente conferenza, postulano la giacenza di lasciti specifici della storia locale.


Come le diramazioni locali degli itinerari medievali dei pellegrinaggi, anche per la Terrasanta, ben testimoniate, ad esempio, dal nome assunto da Ospedaletti, dal termine usato anticamente per designare i ricoveri per i viandanti (di fede, soprattutto!).

Ma non solo.