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Visualizzazione post con etichetta Ventimiglia (IM). Mostra tutti i post
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mercoledì 17 aprile 2024

Collasgarba, semplicemente





Circa sessant'anni fa gli scorci di panorama ripresi dalla collina di Collasgarba - e gli stessi aspetti particolari della zona - apparivano come in alcune fotografie qui pubblicate.


Collasgarba è una collina che sovrasta Nervia, la zona orientale di Ventimiglia (IM) e la foce dell'omonimo torrente, il quale traccia il confine con Camporosso, il cui territorio, del resto, cinge alla spalle la richiamata altura.





A scorrere la storia ci si imbatterebbe in tante vicende.


Sarà sufficiente sottolineare che Collasgarba domina un antico insediamento dei Liguri, poi città - Albintimilium - nella classica età romana ed una postazione militare medievale.

La zona Nervia di Ventimiglia, Camporosso Mare e Vallecrosia, fotografate dalla collina di Collasgarba qualche giorno dopo il bombardamento del 10 dicembre 1943 - Fonte: Silvana Maccario


La collina fu attonita spettatrice dei bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale: il più tragico fu quello del 10 dicembre 1943, che fece 67 vittime.



In quel periodo in posizione molto arretrata lassù c'era anche una postazione tedesca, talora affiancati da bersaglieri repubblichini, i quali in gran parte, tuttavia, agirono clandestinamente per la Resistenza.


Subì per l'evento bellico citato notevoli danni - le immagini ne sono perfetta testimonianza a circa vent'anni di distanza - l'azienda Vivai Corte di Collasgarba, una bella azienda agricola, che pubblicava anche una pregiata rivista tecnica di settore, un'esperienza che andrebbe rivisitata e tramandata in modo adeguato, il che oggi non è.




La riproduzione delle fotografie datate anni Sessanta è stata gentilmente concessa da Diego Pannoni.

Adriano Maini

mercoledì 3 aprile 2024

Luci ed ombre sugli uomini della Missione Flap


C'é un rapporto segreto inglese, redatto dal capitano G. K. Long, artista di guerra, in riferimento alla Missione Flap, condotta, con culmine nell'ottobre 1944, tra i Partigiani, nel Basso Piemonte, del comandante Mauri, e i Partigiani della I^ Zona Operativa Liguria.
Il documento in questione era stato rintracciato a cura di Giuseppe "Mac" Fiorucci per la preparazione del suo Gruppo Sbarchi Vallecrosia, IsrecIm, 2007. Della Missione Flap scrisse anche il capitano Paul Morton, canadese, corrispondente di guerra, in Mission Inside, ma edito solo nel 1979 a Cuneo da L'Arciere, e soprattutto per le insistenze di partigiani piemontesi: il Toronto Star aveva pubblicato il 27 ottobre 1944 un solo articolo dei nove che Morton aveva preparato superando le censure degli uffici militari preposti e per giunta lo aveva già licenziato. Long non aveva solo stilato la suddetta relazione, ma aveva anche messo mano a dei disegni che avrebbero dovuto completare il lavoro del collega giornalista, ma questi, invero, vennero dopo tanti anni pubblicati solo nel citato Mission Inside.

Dal documento di Long si estrapolano nella presente occasione le seguenti frasi: Alle 6 di sera del [giorno non precisato, ma dovrebbe essere stato  il 7 ottobre 1944] partimmo per ROCCHETTA [Rocchetta Nervina (IM)] dove giungemmo dopo quattro ore di marcia. Ripartimmo di nuovo a mezzanotte con la guida PIERINO LOI che ci diresse attraverso la parte principale delle postazioni armate tedesche raggiungendo la periferia di VENTIMIGLIA dopo sei ore di marcia. Qui rimanemmo in un piccolo riparo dietro alla casa dei genitori della guida... Noi avevamo viaggiato da PIGNA in vestiti civili e siccome stava piovendo dalle 6 di sera quando dovemmo attraversare la città, potemmo indossare dei sacchi sulla testa nel modo in cui lo facevano i contadini, il che si aggiunse al nostro travestimento. Camminammo 2-3 chilometri lungo la strada principale che costeggia il fiume ROIA ed attraversammo il ponte nella città vecchia passando oltre le sentinelle tedesche senza sollevare il minimo sospetto ed andando alla casa del pescatore sulla spiaggia. Qui rimanemmo dalle 7 di sera fino a mezzanotte... A mezzanotte portammo la barca (lunga approssimativamente 14 piedi con quattro remi) per una strada e giù attraverso la spiaggia di ciottoli - l'unica area non minata - fino al mare. I pescatori ci portarono vogando, senza ulteriori incidenti, in 3 ore e mezza a Monte Carlo (MONACO) dove sbarcammo [quindi, approssimativamente alle ore 4 del 9 ottobre 1944, data in ogni caso indicata da Brooks Richards, Secret Flotillas, Vol. II: Clandestine Sea Operations in the Western Mediterranean, North Africa and the Adriatic, 1940-1944, Paperback, 2013] e ci arrendemmo alla  guarnigione F.F.I. La mattina seguente guidammo fino a Nizza e facemmo rapporto al Maggiore H. GUNN delle Forze Speciali ... A Nizza informammo il Colonnello BLYTHE del quartier generale della task force della settima armata americana circa la squadra dei quattro prigionieri di guerra che ci avevano lasciato per TENDA. Fino a quel momento non era arrivata nessuna loro notizia attraverso le pattuglie americane in quell'area... I pescatori erano in grado di fornire informazioni preziose alla Sezione di Interpretazione Fotografica del quartier generale americano sulla Forza Tedesca, posizioni delle armi, campi minati, ecc. a VENTIMIGLIA. (Mr. Paul Morton ha i nomi e i documenti di questi due uomini che darà senza dubbio alla Rappresentativa delle Forze Speciali n.1 con P.W.B.  a Roma). Questi uomini furono poi consegnati dal Maggiore GUNN al Capitano Jones, Esercito Americano a Nizza... PIERINO LOI, la guida procurata da LEO, mise su un'operazione straordinaria e non perse nemmeno una volta la pista durante le sei difficili ore di marcia da ROCCHETTA a VENTIMIGLIA... I pescatori sono sicuri che questo percorso  (Ventimiglia - Monaco o Mentone) potrebbe essere usato con successo in entrambi i sensi. Essi affermano che si potrebbero evacuare da VENTIMIGLIA fino a venti persone alla volta se fosse disponibile un'imbarcazione più grande. Ciò vedemmo ed annotammo, e si può attestare che i pescatori condussero a termine il loro piano di evacuazione senza alcuna deviazione... 

In seguito il capitano Michael Lees, che era già stato prima della Flap responsabile di svariate imprese segrete, venne "dimenticato", ad usare un eufemismo, dalle autorità inglesi perché dopo il suo passaggio dal ponente ligure aveva comunque compiuto con efficacia ed eroismo, ricavandone gravi ferite (per la quinta volta!), la Missione “Tombola” (così in inglese!), sull’Appennino  a sud di Reggio Emilia, un'azione che era all’ultimo stata… annullata dalle autorità superiori. Insomma, Lees aveva disobbedito agli ordini, perché, invece, aveva condotto l'attacco (che non si doveva più effettuare!) alla postazione tedesca insieme a partigiani garibaldini di quei luoghi, a uomini della Sas, e al maggiore Roy Farran, il quale per varie circostanze se la cavò in seguito con più onore di Lees, rimanendo, al contrario di Lees (congedato piuttosto frettolosamente!)  in forza all’esercito. E non era neppure mancato, per quell’assalto notturno del 27 marzo 1945 al comando tedesco di Villa Rossi e Villa Calvi in Albinea (RE), l’accompagnamento di una cornamusa scozzese suonata da David Kirkpatrik, perché i nazisti intendessero bene che erano stati colpiti da militari, così da non compiere una delle loro tante efferate rappresaglie su civili innocenti.

L'episodio SAS Italian Job della serie televisiva Secret War della BBC (2011) era imperniato sulla Operazione “Tombola“. Su Rai Storia a giugno 2020 una trasmissione ha, inoltre, affrontato risvolti successivi degli accadimenti occorsi a Lees e a Farran (aspetti di cui si parla anche nel più recente Malcolm Tudor, SAS in Italy 1943-1945: Raiders in Enemy Territory, Fonthill Media, 2018).

Adriano Maini

domenica 3 marzo 2024

Ancora i BBS!


 Si vede che Flavio Palermo c'ha pensato un po'.


Avevo scritto di miei vecchi esperimenti di comunicazione via Web, Internet, e non solo, in alcuni articoli.

" Luca Giovannetti ha da poco creato su Facebook il guppo "Internet in Riviera". Tra le prime righe che pubblica pesco le seguenti:  'AAA CERCHIAMO gli internettiani della prima ora in RIVIERA, quelli che si collegavano con il modem 14.4, che scrivevano nei guestbook, che usavano Netscape e Trumpet WinSock, che si collegavano a Ftp.funet.fi, che scaricavano file importanti con l'FTPBATCH, quelli che... insomma gli EROI visionari che hanno vissuto la partenza di internet...'. [...] quel fatidico 1996 [...] Quando l’internet provider aperto proprio da Luca e dai suoi soci (ai già citati sono da aggiungere Luca Lombardo e Riccardo Lora) in Roverino di Ventimiglia (IM) consentì finalmente a molti utenti (ad esempio, a noi che avevamo sede a Sanremo, dunque, nello stesso distretto) un notevole abbattimento dei costi dei collegamenti telefonici. In effetti, ancora pochi mesi prima di quella data in Riviera, a diversità di altre zone privilegiate del Paese, vigevano solo cose come telnet, ping, finger ed altre ancora, che ho fatto cadere nel dimenticatoio. E le telefonate di accesso andavano fatte, nel nostro caso, addirittura a Roma.

Facile sostenere adesso che il Web è molto importante per le imprese. In quei tempi pionieristici si cavavano pochi ragni dai buchi. Soprattutto in relazione alle microimprese, che erano quelle che io seguivo. Vennero, in rapporto ad istituzioni mirate, alcuni successi di nicchia. Ma non è questo l’aspetto che voglio affrontare.  [...]

Nell’andare avanti con il discorso trascurai, però, altri pionieri nella creazione di contenuti e di prestazioni innovative, quali Angelo Pallanca e Valeria Sinnati.

Aggiungo che ancor prima di tentativi di esplorazione, anche azzardati, ne feci diversi. Come per i BBS (Bulletin Board System), cui per gusto di esplorazione accedevo, cagionando discreti costi di telefono, anche dopo il rammentato congruo arrivo del Web in Riviera. BBS che in sparuto numero ancora un po’ resistono, mi pare; qualcuno anche approdato sul Web. BBS che in verità non mi (ci) servirono mai allo scopo. Ad un certo punto Flavio Palermo, all’epoca molto appassionato di queste cose, ne realizzò uno, perfettamente funzionante, in un computer della sua ditta. Sarebbe stata una buona occasione, economica per le telefonate, per dialogare con artigiani e commercianti. I problemi di lavoro - se rammento bene - di Flavio, fatti salvi alcuni simpatici contatti di carattere privato, fecero tramontare sul nascere il tentativo. E così molto spesso quando ci rivediamo ci rimpalliamo quell’azzardo con un allegro sorriso ed un pizzico di reciproco sfottimento. Un sistema telematico similare, dotato di specifico software, venne messo in piedi da “professionisti” di Nizza per una collaborazione transfrontaliera, che non decollò mai, non tanto per carenze del programma (che non era stato certo regalato!), quanto per la scarsa adesione di adepti.

In Francia andava da tempo alla grande il Minitel, servizio telematico di videotex, come recita Wikipedia, la quale, se si vuole, è da consultare anche per sapere qualcosa di più sui BBS. Quel Minitel che talvolta ammiravo in sedi in Costa Azzurra di nostri corrispondenti, anzi, che in certi casi fornì informazioni utili, tramite quelle persone, anche a noi. Perché funzionava, sia come sistema sia come contenuti, bene. Scoprii che in Italia esisteva, similare, il Videotel, ad un certo punto accessibile non solo con specifico apparecchio, come per il Minitel francese, ma anche attraverso computer. Ben coadiuvato come al solito da Alfredo in Associazione, sperimentai tutto, ma i risultati furono disastrosi sotto ogni profilo. "

 A Flavio - e non solo a lui - le mie imprecise considerazioni erano piaciute: me lo aveva anche scritto!


E così adesso mi ha mandato qualche immagine della strumentazione che usava a quei giorni, giorni da considerare ormai da pionieri.

Flavio mi ha confermato che proprio su quell'apparecchiatura del suo pregresso laboratorio di Ventimiglia aveva impiantato quel suo esperimento di BBS, in pratica rivolto solo a me.
 
Adriano Maini

martedì 20 febbraio 2024

Good Morning Babilonia


"[...] uno scrittore messicano, Federico Campbell, mi ha dato la risposta: ricordare è lo stesso che immaginare. Non sono capace di scrivere romanzi, ma c'è forse qualcosa di più fantastico della realtà?" così si è espresso Federico Scianna, valente fotografo e grande amico di Leonardo Sciascia, con Michele Smargiassi, che ha riportato la frase nel suo articolo Scianna. Scrivere, che bella visione, apparso su il venerdì di Repubblica, n° 1730, del 14 maggio 2021.

Si tratta di un'espressione che spinge per ad attingere ai ricordi di racconti uditi in questo lembo di ponente ligure che va da Bordighera al confine con la Francia e comprensivo dell'entroterra: fatti non necessariamente accaduti da queste parti, ma in ogni caso rammentati da chi in questa terra era nato o era venuto ad abitare.

Piccole cose - ben inteso - ma anche inediti più o meno singolari.

Riemerge, in tale contesto, la spinta a proclamare - con alquanta spavalderia! - che la storia si compone di mosaici realizzati con tante minuscole tessere. A prescindere - logicamente - da attestazioni di ordine letterario o di afflato lirico.

Qualche esempio, allora, magari abborracciato.

La fuga di una coppia di giovani, poco più che adolescenti, a cavallo tra Ottocento e Novecento, da un paesello arroccato in altura per coronare un contrastato sogno d'amore. L'idillio finito. Un paio di figli in collegio ad Alassio. La fuga di lui negli Stati Uniti. Il suo ritorno per partecipare alla Grande guerra. Un altro viaggio, definitivo, oltre oceano. Quali intermezzi, alti e bassi di carattere economico. Una nuova famiglia negli States. Fratellastri e loro discendenti che tempo dopo si conoscono. Un trama degna, anche se più leggera, di Good Morning Babilonia dei fratelli Taviani.

Gli eventi di un bersagliere, non più di leva, di un altro nostro piccolo borgo. Ad iniziare dall'obbligo che più di un secolo fa questi soldati avevano di svolgere, una volta conclusa la ferma, ulteriori periodici addestramenti. Fu così che ebbe occasione di conoscere o di vedere da vicino i protagonisti del famoso caso della contessa Tiepolo. Nel grande conflitto portò in salvo sulle spalle il compaesano gravemente ferito della vicina vallata, il quale serbò sempre grata memoria anche ai suoi discendenti. Ebbe a compiere qualcosa del genere anche con un suo ufficiale a cui, quando presente al soggiorno militare in Sanremo, in seguito con una figlia faceva spesso visita, recando modesti doni prodotti nella sua campagna: seppe, poi, che da generale fu uno degli eroi tra gli italiani che si opposero ai tedeschi in Corsica dopo l'8 settembre 1943.

Cugini che durante la Grande guerra si ritrovarono insieme - come attesta la fotografia qui pubblicata (si vedano le crocette da loro, o da qualche loro familiare, apposte a ricordo!) - nella stessa truppa specializzata e che riuscirono a tornare indenni in questa Riviera: uno dei due si spostò poi a ponente di qualche chilometro per emigrare in modo definitivo a Nizza.

Il pescatore, in seguito floricoltore, destinato ad aiutare ebrei stranieri in fuga dall'Italia, che ai premilitari imposti dal fascismo si presentava scalzo, sostenendo che in famiglia non c'erano soldi per le scarpe, di modo tale che regolarmente veniva rimandato a casa.

Un bambino di cinque anni che dall'altura di Collasgarba assiste all'avvio del terribile bombardamento aereo su Nervia. Subito dopo, con la famiglia, sotto un robusto tavolo in un vano seminterato adiacente al soggiorno. Il nonno vuole vedere o chiudere ancora qualcosa. Una pioggia di microscopici pezzi di vetro lo investe in pieno (ed il medico avrà il suo bel da fare per rimuoverli tutti!): un ordigno aveva appena scavato una profonda buca davanti alla Villa.

Adriano Maini

giovedì 8 febbraio 2024

Uno sciopero storico, un corteo di provincia, alcuni attenti fotografi, un poderoso archivio


Gli scatti qui pubblicati sono riferiti al corteo sindacale unitario per lo sciopero generale nazionale sulla casa - un evento centrale di quell'"Autunno Caldo", ormai entrato nella Storia - un corteo che ebbe luogo in Ventimiglia (IM) mercoledì 19 novembre 1969. 

Le fotografie in questione provengono dal munitissimo archivio di Alfredo Moreschi, ma una loro ulteriore specificità verra spiegata più avanti. 

In effetti, Moreschi non ricordava più in quale occasione fossero state fatte.


La spiegazione è stata fornita da Lorenzo Trucchi, all'epoca Segretario della Camera del Lavoro di Ventimiglia, in seguito Segretario Provinciale della CGIL, dal 1985 consigliere regionale della Liguria per due legislature.


Lorenzo Trucchi non appare in nessuno degli scatti repertoriati, anche perché si trovava in quell'occasione sulla FIAT 500 - la sua! - che apriva il corteo.





Lorenzo Trucchi sarebbe poi stato uno dei tre oratori del comizio conclusivo della manifestazione presso il Mercato dei Fiori - oggi Mercato Annonario - di Ventimiglia.


Si dà il caso che in quel torno di tempo un gruppo - qui sopra se ne riportano i nomi - di amici fotografi - e forse l'unico professionista era Moreschi - si cimentavano nella realizzazione di una documentazione che viene proprio da definire neorealista.




Sembra opportuno, allora, pubblicare - a titolo di esempio - qualche altro scatto di quel sodalizio, scatto, però, non riguardante il citato evento della città di confine.

Adriano Maini

mercoledì 24 gennaio 2024

Tanti immigrati alla costruzione delle strade militari nell'estremo ponente ligure

Magauda, Frazione di Camporosso (IM): una zona circondata a suo tempo da strade militari

Come è ben noto, durante la Grande guerra a Ventimiglia vennero adibiti a ospedali militari l'Orfanotrofio San Secondo e l'Ospizio di Latte; a Bordighera vennero adattati a simile scopo il nuovo Casinò e diverse ville private, anzi, fu persino impiantato un nosocomio attendato; e così via. Del personale inglese (infermiere, ufficiali, soldati) passato in zona si conoscono alcune vicende di battaglia, ma poco risulta scritto dei fatti d'arme che coinvolsero uomini di questa zona del ponente ligure (da segnalare nel contesto il bel lavoro di Giorgio Caudano, Dal Mare alla Trincea... memorie di uomini, BB Europa, Cuneo, 2019, ma, trattandosi di una rassegna di quasi tutti i combattenti della zona intemelia partiti all'epoca per il fronte, le relative informazioni per forza di cose, fatte salve alcune eccezioni, sono necessariamente molto sintetiche), per cui in proposito nel secolo più o meno appena trascorso sono girati alcuni racconti orali, all'apparenza scarni ed imprecisi, anche quelli compiuti da successivi immigrati.

Alla metà degli anni Trenta - ed ancora poco prima - alla costruzione delle strade militari, che sarebbero dovute servire da infrastruttura alla cosiddetta (e presunta) Maginot fascista delle Alpi Marittime, parteciparono in prevalenza come operai e manovali tanti e tanti immigrati - non tutti provvisori - da altre parti d'Italia. Dovette occuparsene anche il poeta Salvatore Quasimodo, allora quadro del Genio Civile di Imperia.

Scoppiato il secondo conflitto mondiale, il regime pensò di prodursi in un altro gesto di propaganda dei suoi, facendo (obbligando a) rientrare tredicimila tra bambini e ragazzini, figli di connazionali trapiantati in Libia, da far vivere poi tra edifici di colonie estive, alberghi, costruzioni varie (in genere pertinenze della Gioventù Italiana del Littorio, la G.I.L.). Secondo il compianto presidente dell'ANPI di Bordighera, Vincenzo Ridi, che nel 2013 ne promosse la memoria, ben quattromila dimorarono a Bordighera. Diversi anche nella vicina Sanremo, ma chi scrive non ha ancora trovato cifre in merito. In ogni caso, su questa drammatica vicenda, poiché si trattava di piccoli lontani dalle famiglie, dei quali molti perirono sul suolo nazionale e tanti altri non rividero più i loro cari, ha ben scritto da adulta una protagonista, Grazia Arnese Grimaldi, nel suo "I tredicimila ragazzi italo-libici dimenticati dalla storia" (Marco Sabatelli Editore, Savona, 2012).

In alcuni diari di nostalgici, in genere bersaglieri repubblichini, dei loro trascorsi di guerra nei pressi di questo confine con la Francia emergono memorie goliardiche, ed anche sporadiche retoriche commemorazioni di camerati caduti, ma non risultano mai parole di pietà per le loro vittime.


Esempi di documentazione O.S.S.


Non saranno tutti così i documenti pertinenti in materia, contenuti negli archivi statunitensi, i N.A.R.A., ma da quello che si rinviene desegretato dalla CIA in Rete, tra interrogatori in italiano condotti - si presume - per le Corti d'Assise Straordinarie (C.A.S.) del secondo dopoguerra, confluiti in atti O.S.S. (antesignana della CIA) ed altri appunti della medesima Organizzazione, tutti afferenti in qualche modo la provincia di Imperia, non difettano, accanto alle certificazioni di efferatezze nazifasciste (qui, qui e qui qualche esempio), aspetti secondari che sconfinano nel pettegolezzo: non solo la presenza ridondante di amanti donne, cui si è fatto già cenno altra volta, ma anche azioni da profittatori di guerra, coinvolgimento in trame di contrabbando e di borsa nera di alcuni commercianti di fiori, incombenze pressoché usuali di domestici, albergatori ed autisti (con viaggi a destra e a manca, soprattutto attraverso il confine con la Francia, sinché non divenne il fronte, con meta prevalente - guarda caso! - Montecarlo), quasi a dimostrazione del fatto che da accusati e testimoni non si intendesse ricavare molto di più.

Adriano Maini

sabato 23 dicembre 2023

Certe idee...


Viene risparmiata all'occasionale lettore la sequenza completa di fotografie di avvenimenti successi intorno alla rotonda dei Piani di Borghetto in Bordighera qualche mattina fa.
Si ritrovarono a districarsi a quel crocevia - in un caso con l'assistenza di un appartenente al corpo di polizia urbana - gli autisti di due pullman turistici, dei quali non è dato sapere se avessero ignorato il divieto di introdurre nella città delle palme automezzi pesanti dal casello autostradale, posto in collina e collegato al centro urbano da strade piene di curve (ed una anche molto stretta), o se fossero stati indotti in errore da qualche gps, che li aveva indirizzati a qualche giro tortuoso.


La gentile signorina su monopattino elettrico si era fermata per consentire al fotografo amatoriale (molto amatoriale!) di inquadrare un soggetto di sicuro da lei non identificato: non poteva immaginare che quel tipo non aspettava altro che riprenderla da tergo, là sul Lungomare Argentina di Bordighera!


Certe idee forse possono essere venute ritrovando e rivisitando scatti compiuti per distrazione in un'altra passeggiata a mare, quella di Vallecrosia.


Così, già ad ottobre scorso in regione Arziglia di Bordighera...


Per non dire di novembre, sugli scogli di Sant'Ampelio, sempre a Bordighera.


Tratto il dado, al mercatino di inizio dicembre, a Bordighera, lungomare...


Un angolo di una strada di campagna di San Biagio della Cima induce a pensare a qualche forma di composizione di arte moderna.


In una rassegna del genere non ci si può privare della visione di almeno una coppia di ciclisti amatoriali.


Poteva, poi, per parità di genere, mancare un altro monopattino?


Lavori in corso, invece, sulla Passeggiata Trento e Trieste a Ventimiglia.
 

 
 






Nelle vicinanze, per la precisione, in Lungomare Varaldo, quel tale giorno di due settimane fa ci si poteva anche imbattere in tarda mattinata in ragazze a spasso, ciclisti amatoriali e non, amabili conversari in riva al mare, confidenze tra vicini di quartiere (ancorché separati da una staccionata), convenevoli da pubblico esercizio.

Adriano Maini