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mercoledì 3 aprile 2024

Luci ed ombre sugli uomini della Missione Flap


C'é un rapporto segreto inglese, redatto dal capitano G. K. Long, artista di guerra, in riferimento alla Missione Flap, condotta, con culmine nell'ottobre 1944, tra i Partigiani, nel Basso Piemonte, del comandante Mauri, e i Partigiani della I^ Zona Operativa Liguria.
Il documento in questione era stato rintracciato a cura di Giuseppe "Mac" Fiorucci per la preparazione del suo Gruppo Sbarchi Vallecrosia, IsrecIm, 2007. Della Missione Flap scrisse anche il capitano Paul Morton, canadese, corrispondente di guerra, in Mission Inside, ma edito solo nel 1979 a Cuneo da L'Arciere, e soprattutto per le insistenze di partigiani piemontesi: il Toronto Star aveva pubblicato il 27 ottobre 1944 un solo articolo dei nove che Morton aveva preparato superando le censure degli uffici militari preposti e per giunta lo aveva già licenziato. Long non aveva solo stilato la suddetta relazione, ma aveva anche messo mano a dei disegni che avrebbero dovuto completare il lavoro del collega giornalista, ma questi, invero, vennero dopo tanti anni pubblicati solo nel citato Mission Inside.

Dal documento di Long si estrapolano nella presente occasione le seguenti frasi: Alle 6 di sera del [giorno non precisato, ma dovrebbe essere stato  il 7 ottobre 1944] partimmo per ROCCHETTA [Rocchetta Nervina (IM)] dove giungemmo dopo quattro ore di marcia. Ripartimmo di nuovo a mezzanotte con la guida PIERINO LOI che ci diresse attraverso la parte principale delle postazioni armate tedesche raggiungendo la periferia di VENTIMIGLIA dopo sei ore di marcia. Qui rimanemmo in un piccolo riparo dietro alla casa dei genitori della guida... Noi avevamo viaggiato da PIGNA in vestiti civili e siccome stava piovendo dalle 6 di sera quando dovemmo attraversare la città, potemmo indossare dei sacchi sulla testa nel modo in cui lo facevano i contadini, il che si aggiunse al nostro travestimento. Camminammo 2-3 chilometri lungo la strada principale che costeggia il fiume ROIA ed attraversammo il ponte nella città vecchia passando oltre le sentinelle tedesche senza sollevare il minimo sospetto ed andando alla casa del pescatore sulla spiaggia. Qui rimanemmo dalle 7 di sera fino a mezzanotte... A mezzanotte portammo la barca (lunga approssimativamente 14 piedi con quattro remi) per una strada e giù attraverso la spiaggia di ciottoli - l'unica area non minata - fino al mare. I pescatori ci portarono vogando, senza ulteriori incidenti, in 3 ore e mezza a Monte Carlo (MONACO) dove sbarcammo [quindi, approssimativamente alle ore 4 del 9 ottobre 1944, data in ogni caso indicata da Brooks Richards, Secret Flotillas, Vol. II: Clandestine Sea Operations in the Western Mediterranean, North Africa and the Adriatic, 1940-1944, Paperback, 2013] e ci arrendemmo alla  guarnigione F.F.I. La mattina seguente guidammo fino a Nizza e facemmo rapporto al Maggiore H. GUNN delle Forze Speciali ... A Nizza informammo il Colonnello BLYTHE del quartier generale della task force della settima armata americana circa la squadra dei quattro prigionieri di guerra che ci avevano lasciato per TENDA. Fino a quel momento non era arrivata nessuna loro notizia attraverso le pattuglie americane in quell'area... I pescatori erano in grado di fornire informazioni preziose alla Sezione di Interpretazione Fotografica del quartier generale americano sulla Forza Tedesca, posizioni delle armi, campi minati, ecc. a VENTIMIGLIA. (Mr. Paul Morton ha i nomi e i documenti di questi due uomini che darà senza dubbio alla Rappresentativa delle Forze Speciali n.1 con P.W.B.  a Roma). Questi uomini furono poi consegnati dal Maggiore GUNN al Capitano Jones, Esercito Americano a Nizza... PIERINO LOI, la guida procurata da LEO, mise su un'operazione straordinaria e non perse nemmeno una volta la pista durante le sei difficili ore di marcia da ROCCHETTA a VENTIMIGLIA... I pescatori sono sicuri che questo percorso  (Ventimiglia - Monaco o Mentone) potrebbe essere usato con successo in entrambi i sensi. Essi affermano che si potrebbero evacuare da VENTIMIGLIA fino a venti persone alla volta se fosse disponibile un'imbarcazione più grande. Ciò vedemmo ed annotammo, e si può attestare che i pescatori condussero a termine il loro piano di evacuazione senza alcuna deviazione... 

In seguito il capitano Michael Lees, che era già stato prima della Flap responsabile di svariate imprese segrete, venne "dimenticato", ad usare un eufemismo, dalle autorità inglesi perché dopo il suo passaggio dal ponente ligure aveva comunque compiuto con efficacia ed eroismo, ricavandone gravi ferite (per la quinta volta!), la Missione “Tombola” (così in inglese!), sull’Appennino  a sud di Reggio Emilia, un'azione che era all’ultimo stata… annullata dalle autorità superiori. Insomma, Lees aveva disobbedito agli ordini, perché, invece, aveva condotto l'attacco (che non si doveva più effettuare!) alla postazione tedesca insieme a partigiani garibaldini di quei luoghi, a uomini della Sas, e al maggiore Roy Farran, il quale per varie circostanze se la cavò in seguito con più onore di Lees, rimanendo, al contrario di Lees (congedato piuttosto frettolosamente!)  in forza all’esercito. E non era neppure mancato, per quell’assalto notturno del 27 marzo 1945 al comando tedesco di Villa Rossi e Villa Calvi in Albinea (RE), l’accompagnamento di una cornamusa scozzese suonata da David Kirkpatrik, perché i nazisti intendessero bene che erano stati colpiti da militari, così da non compiere una delle loro tante efferate rappresaglie su civili innocenti.

L'episodio SAS Italian Job della serie televisiva Secret War della BBC (2011) era imperniato sulla Operazione “Tombola“. Su Rai Storia a giugno 2020 una trasmissione ha, inoltre, affrontato risvolti successivi degli accadimenti occorsi a Lees e a Farran (aspetti di cui si parla anche nel più recente Malcolm Tudor, SAS in Italy 1943-1945: Raiders in Enemy Territory, Fonthill Media, 2018).

Adriano Maini

giovedì 21 marzo 2024

Girovagando

Buggio, Frazione di Pigna (IM): al centro il Mulino "Basciàn"

Recandomi non molti anni fa - ancora per lavoro - a Cipressa (IM), ritrovai un caro sodale di gioventù, perso di vista da sin troppo tempo. Nell'occasione mi fece dono di due superbi opuscoli di storia locale, di cui uno dedicato alla Frazione Lingueglietta.

Immancabilmente a Buggio, Frazione di Pigna (IM), Alta Val Nervia, quando sono in procinto di tornare a casa, incrocio I., che per l'ennesima volta mi invita a passare la prossima volta a trovarlo, non fosse altro che per prendere un caffé insieme. Puntualmente me ne dimentico.

In località Cian de Ca' di Camporosso (IM), una persona incontrata lì per lì, dopo gli scambi di informazioni sulle reciproche relazioni sociali, mi si metteva a disposizione per farmi da guida "turistica" del posto per una prossima occasione, che io non ho tuttora colto.

In località Massabò di Perinaldo (IM) abita una persona che aveva conosciuto mio zio materno. La stessa cosa mi diceva un gentile, ma indaffarato signore, impegnato nel suo giardino in collina a Vallebona (IM). Ed un altro, dimorante in una traversa di Via dei Colli di Bordighera (IM), il quale mi aggiungeva per soprammercato di conservare un ottimo ricordo anche del nonno, deceduto ormai da decenni.

Ero fermo a fotografare su di una sorta di balconata sull'Alta Val Verbone, forse ancora in territorio di Soldano, forse già in quello di Perinaldo. Sopraggiungeva in auto F., un po' preavvertito che forse mi avrebbe potuto trovare da I., che avevo visto poco prima, più in basso, e dal quale mi ero fatto raccontare alquante memorie di famiglia, di cui almeno due componenti erano stati cari colleghi di mio padre. F. si raccomandava, salutandomi, che non scendessi, dato lo stato della carrareccia, per Dolceacqua (IM). Cosa che, invece, per sbaglio, poi ho fatto. Scoprendo nuove, per me, zone. Ne ho fatto derivare un tormentone a danno di diversi amici, compreso il primo, ogni volta che l'ho rivisto, per conoscere i nomi più precisi di quelle località.

Solo da poco ho scoperto che il vincitore dell'edizione del 1966 dei campionati provinciali studenteschi di corsa campestre (io arrivai secondo, ben distanziato!) è un vecchio amico, noto personaggio pubblico di questa provincia.

Un amico mi ha raccontato di vecchie partite a livello amatoriale di “balùn”, il pallone elastico o, ancora, palla pugno, che si facevano un tempo a Sasso, Frazione di Bordighera: preso dalla sua conferma di coloriti trasporti popolari per questo sport e dal racconto di episodi, come quello di un giocatore del posto in grado, alla battuta, di squarciare la palla, mi sono dimenticato di chiedere quante reti di protezione, data la conformazione di Sasso - paese molto raccolto, ubicato sul crinale tra due valli -, usassero allora stendere...

Adriano Maini

mercoledì 23 settembre 2015

Pigna (IM), Chiesa di S. Bernardo

La Chiesa di S. Bernardo di Pigna (IM) risulta interessante per gli affreschi che vi dipinse nel 1489 il Canavesio sul tema della "Passione di Gesù" e del "Giudizio Universale". Questo celebre pittore di Pinerolo, dopo avere eseguito i suddetti lavori, risalì da questa Valle del Nervia per scendere nell'attigua Valle del Roia, sino a Fontan, dove nel tempietto di Notre Dame realizzò un altro inquietante "Giudizio Universale", compiuto e inaugurato nel 1492, in contemporanea con la scoperta dell'America, quasi a preannunziare una nuova epoca e la morte di un evo torturato da incredibili angosce.



giovedì 16 giugno 2011

C'era la guerra ...



Sessantanove anni fa i marinai - a maggio 1942 ormai in semplice esercitazione - della corazzata "Giulio Cesare", già ammiraglia della flotta italiana, la prima battaglia della Sirte l'avevano già combattuta. Settantuno anni fa nella zona di frontiera con la Francia i civili sfollati si apprestavano a rientrare nelle lore case.

Sono memorie tra loro collegate, a me emerse in queste settimane per via di anniversari, coincidenze e facendo osservare ad amici e conoscenti la seconda fotografia, ben più vecchia delle altre, di cui dirò qualcosa dopo circa i dettagli. F. ha riconosciuto nella persona in borghese in primo piano voltata verso l'obiettivo il dottor Diana che esercitò a lungo a Pigna (IM), in Alta Val Nervia. Discutendo con  i miei interlocutori sono emersi tanti ricordi di guerra, tristi, amari, atroci ricordi. F., ad esempio, fu tra quelli che aiutò quel medico al disseppellimento dalla fossa comune dei partigiani uccisi a Isolabona sul finire di quel conflitto.

Logicamente anche chi era bambino in quei tragici momenti può ancora rendere importanti testimonianze. Altro aspetto è che ne deriva che in tanti possono dire di avere conosciuto pescatori che aiutarono ebrei stranieri in fuga verso la Francia perché cacciati con le famigerate leggi razziali del 1938 dal regime fascista.


Dal Fronte dei Balcani - si veda il terzo scatto - in tanti, troppi tornarono minati profondamente dalla malaria. E non solo nella mente per tutti gli orrori commessi dalle orde nazifasciste.

Credo sia giusto rammentare in chiave umanitaria i drammatici accadimenti della storia, ancorché visti in ambito locale, purtroppo inesauribile fonte di fatti. Un capitolo a parte sarebbe da dedicare ai bombardamenti, aerei, navali e terrestri, che colpirono la popolazione civile, soprattutto le stragi del 1o dicembre 1942 in località Nervia e Gianchette di Ventimiglia (IM). In tanti sottolineano tuttora la Notte dei Bengala del 21 giugno 1944, quando si sperò nell'imminente arrivo o sbarco in zona degli Alleati.

P.S. La seconda immagine venne realizzata dal noto studio ventimigliese Mariani a Buggio, frazione della già citata Pigna, nell'ottobre 1934. Senonché F., nativo del posto, ed altri non ne hanno ancora ravvisata l'esatta ubicazione. Con il dispiegamento di quell'apparato militare risulta a posteriori, penso, ammonitrice delle lugubri follie del fascismo.


mercoledì 1 giugno 2011

Antichi boschi sacri


Con la sequenza di fotografie che qui si possono vedere cerco di dare un'idea approssimativa dell'ubicazione, a partire dalle spalle di e da Bordighera per proseguire a semicerchio verso l'Alta Val Nervia, della maggior parte del "sistema" di acque e boschi (i luci) sacri, che in genere i Romani, dopo la loro conquista, cercarono di ascrivere al loro sincretismo religioso.

 
L'immagine soprastante abbraccia virtualmente la maggior parte di una pineta che ancora sussisteva verso il termine del Medio Evo. Ed anche in questo punto c'erano acque sacre, come un po' lungo tutto il citato tragitto. Una mappa portava ancora di recente l'indicazione di Regione Luco per una porzione di territorio qui sopra seminascosta dall'ulivo.


Qui sopra, più da vicino l'aspetto attuale di gran parte della Regione Luco.

Vallecrosia


















Foce del torrente Nervia


















Camporosso
Dolceacqua
Isolabona
Castelvittorio e la zona di Lago Pigo
Il Toraggio

Ci sono, anche, per così dire, deviazioni dal percorso, che forse é più a forma di semisfera: ma per maggiori specifiche potrei sempre tornare sull'argomento. Lascio infine completare il tragitto con uno sguardo all'orizzonte montuoso, percorso lungo il quale ci furono altre piante ed altre acque venerate, fornendo qui un link ad un aspetto della complessa tematica, suscettibile, ripeto, di analisi più dettagliate, soprattutto in ordine al passaggio dal paganesimo al cristianesimo.


All'inizio, più o meno, del percorso da me tratteggiato, un po' prima di svoltare lungo il torrente Nervia, si situa l'antica Chiesa di San Rocco a Vallecrosia, che si ritiene sorga sul luogo topico per eccellenza dell'antichissimo culto, successivamente dedicato ad un tempietto di Apollo.


Ed infatti si é conservata, posizionata all'interno, una stele dedicata a questo dio.

Va da sé che i collegamenti che ho indicato sono tali solo per chi volesse saperne di più, mentre, in effetti, cercavo di comunicare l'emozione per vicende storiche che in gran parte ho scoperto solo di recente.