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sabato 7 gennaio 2023

Hồ Chí Minh giunse a Guìlín, utilizzando il nome di Hú Guāng


La crescente minaccia giapponese in Cina preoccupò Nguyễn Ai Quốc [n.d.r.: di lì a breve avrebbe assunto il nome di Hồ Chí Minh] che, dopo il periodo di convalescenza dalla tubercolosi, vi ritornò nell’agosto del 1938. Il paese tuttavia non era lo stesso di cinque anni prima: Chiang Kai-Shek, dopo aver ripulito dai comunisti le aree a sud del fiume Yángzǐ <4, nel 1937 fu convinto a formare un secondo fronte unito col PCC, per contrastare la minaccia nipponica. Questo episodio fu un’opportunità fortuita per NAQ: l'istituzione del fronte unito avrebbe potuto fornirgli una maggiore libertà di movimento nel tentativo di ripristinare i contatti con i rivoluzionari vietnamiti che operavano nel sud della Cina. In secondo luogo, ravvivò le probabilità di una guerra totale nell’Asia dell’Est, con la possibile espansione in Indocina  e la conseguente fine del dominio francese. Dopo aver soggiornato a Xi’ān e Yán'ān, il leader giunse a Guìlín, utilizzando il nome di Hú Guāng, dove gli fu assegnato un impiego come giornalista. Alcuni dei suoi articoli, che riguardavano la situazione cinese in tempo di guerra, furono inviati al quotidiano vietnamita - in lingua francese - di Hà Nội Notre Voix, firmati col nome di P. C. Line <5.
Nel 1939, mentre Nguyễn Ai Quốc continuava a lavorare per il fronte unito in Cina, l’Europa si apprestò ad affrontare lo scoppio la Seconda Guerra Mondiale. A febbraio, il quartier generale del PCC istruì il comandante Yè Jiànyīng di organizzare un programma di addestramento militare a Héngyáng: NAQ a giugno fu promosso commissario politico presso la missione, istruendo le truppe cinesi del fronte unito <6. Dopo aver completato il suo incarico, alla fine di settembre il leader partì per Lóngzhōu, nella speranza di stabilire un contatto con i membri del Partito Comunista Indocinese (PCI), ma senza risultati. Infatti, gli eventi in Europa ebbero un impatto catastrofico sulle operazioni del PCI: il 24 agosto la Germania nazista e l’Unione Sovietica firmarono il patto di non aggressione Molotov-Ribbentrop, e una settimana dopo, le forze militari tedesche attraversarono il confine polacco, con la conseguente dichiarazione di guerra di Gran Bretagna e Francia. In Indocina, l’alleanza moscovita con Hitler ebbe come conseguenza la messa al bando di tutte le attività del PCI e di altre organizzazioni politiche radicali <7. Tale provvedimento del governatore generale Georges Catroux (1877-1969) fu dettato anche dalla necessità di rafforzare la sicurezza interna del paese, conscio dei venti di guerra che presto avrebbero soffiato8. Nel mentre, NAQ si recò a Chóngqìng, dove Chiang Kai-Shek aveva stabilito la sua capitale dopo l’occupazione giapponese della valle dello Yángzǐ, e riprese i contatti con Zhōu Ēnlái, che stava servendo come rappresentante del PCC. Oltre a quest’ultimo, pochi in ufficio conoscevano la vera identità del leader vietnamita <9.
Nel 1940 Ai Quốc riuscì a stabilire i rapporti con due membri del PCI, che diventeranno i suoi più fedeli seguaci: Phạm Văn Đồng (1906-2000) e Võ Nguyên Giáp. Il leader dunque, travestito da vecchio contadino e facendosi chiamare Ông Trần (Sig. Tran), si mise in viaggio da Chóngqìng per giungere a fine maggio a Kūnmíng, dove attese i due inviati del PCI <10. Phạm Văn Đồng, figlio di un mandarino, fu membro della TN dal 1929 e, in seguito alle retate francesi nell’aprile 1931, trascorse diversi anni in prigione finché non gli fu concessa l’amnistia nel 1937. Anche Võ Nguyên Giáp nacque da una famiglia di mandarini, e riuscì a frequentare l'Accademia Nazionale di Huế. Successivamente si unì all’ICP ma poco tempo dopo fu arrestato per aver preso parte alle manifestazioni studentesche a Huế. Quando venne rilasciato nel 1933, riprese gli studi e si laureò in giurisprudenza presso l’Università di Hà Nội. Dopo la laurea accettò un posto come insegnante di storia e divenne anche giornalista per il Notre Voix. I due infine si aggregarono al PCI e cominciarono a prepararsi per la missione che li avrebbe portati in Cina. Giunti a Kūnmíng a inizio giugno, i rappresentanti locali del PCI dissero loro di aspettare un certo signor Vương (Nguyễn Ai Quốc), il quale avrebbe assegnato loro nuovi compiti. Vương ordinò loro di recarsi al quartier generale del PCC a Yán’ān per iscriversi a un corso militare presso l’istituto del Partito. I recenti eventi in Europa, dove l'offensiva tedesca lanciata nel maggio 1940 aveva portato alla resa finale della Francia il 22 giugno, avrebbero portato rilevanti cambiamenti in Indocina. La creazione del regime fantoccio di Vichy fu una sentita sconfitta per la Francia, e per il leader un'opportunità favorevole per attuare la rivoluzione in Việt Nam <11.
Il Giappone, approfittando della caduta di Parigi, colse il momento propizio per estendere la sua influenza sui territori del Sud Est Asiatico. Nella primavera del 1940, Tokyo iniziò a esercitare forti pressioni sulle autorità coloniali francesi per vietare la spedizione di attrezzature e rifornimenti militari in Cina. Oltre alle pressioni dall’esterno, anche internamente la situazione indocinese non era delle migliori. A seguito dei reclutamenti dei vietnamiti per servire nelle unità militari in Europa, il malcontento generale scatenò un'ondata di ribellioni, specialmente nelle aree rurali, che vennero represse col sangue <12. Il governatore Catroux, in assenza di qualsiasi sostegno da parte del governo assediato di Parigi e dopo aver rivolto una fallimentare richiesta di aiuto agli Stati Uniti <13, decise di aderire alle file della Francia Libera, l’organizzazione politico-militare organizzata dal generale Charles de Gaulle per contrastare il governo di Vichy <14. Quest’ultimo nominò come governatore dell’Indocina l’ammiraglio Jean Decaux (1884-1963). A seguito degli accordi franco-giapponesi del 30 agosto, Decaux diede ai nuovi invasori il permesso di utilizzare le basi aeree e navali, oltre allo stanziamento delle truppe nipponiche in Việt Nam: anche se il Paese del Sol Levante riconobbe la sovranità francese in Indocina, l’avanzata giapponese era ormai inevitabile <15.
[NOTE]
4 Evento che segnò l’inizio della Lunga Marcia e la conseguente istituzione della nuova base comunista a Yán'ān, nel nord della Cina. Duiker, Ho Chi Minh, 172.
5 Duiker, Ho Chi Minh, 173-74.
6 Lacouture, Ho Chi Minh, 80.
7 Duiker, Ho Chi Minh, 179.
8 Taylor, A History of the Vietnamese, 524.
9 Duiker, Ho Chi Minh, 177.
10 Lacouture, Ho Chi Minh, 83.
11 Duiker, Ho Chi Minh, 178-80.
12 Duiker, Ho Chi Minh, 184.
13 Il presidente Franklin Delano Roosevelt (1882-1945) respinse la richiesta sulla base del fatto che qualsiasi aereo militare disponibile nella regione sarebbe stato utilizzato solamente per difendere gli interessi nazionali degli Stati Uniti. Duiker, Ho Chi Minh, 182.
14 Charles André Joseph Marie de Gaulle (1890-1970) fu un generale e statista francese. Nel giugno del 1940, de Gaulle fuggì a Londra, e col sostegno britannico, unì i francesi nelle aree controllate da Vichy alle sue forze della Francia Libera appena organizzate. Il 26 agosto 1944 tornò a Parigi e insediò il suo governo provvisorio nella Francia metropolitana e nel novembre 1945 ne fu eletto presidente provvisorio. Tuttavia, di fronte a una forte opposizione politica tuttavia fu costretto a dimettersi l’anno seguente. In seguito alla crisi del 1958 (rivolta algerina) tornò alle cariche pubbliche come premier, per essere eletto come primo presidente della Quinta Repubblica di Francia nel gennaio 1959. Dopo diversi turbolenti mandati, si dimise ancora una volta e andò in pensione nel 1969. Archimedes L. A. Patti, Why Viet Nam?: Prelude to America’s Albatross (University of California Press, 1982), 507.
15 Taylor, A History of the Vietnamese, 525.
Giada Secco, Zio Hồ, Zio Sam. Le relazioni tra Hồ Chí Minh e gli Stati Uniti prima della Guerra del Việt Nam, Tesi di Laurea, Università Ca' Foscari Venezia, Anno Accademico 2019/2020

giovedì 24 febbraio 2022

A Whole Year per Year tra le più originali e variegate all’interno del gruppo di Forest

Fig. 87: Flutter of Butterflies - Fonte: Filippo Mencucci, Op. cit. infra

Aperto in via permanente dal 21 luglio 2020 a Fukuoka, Kyūshū, il museo teamLab: FOREST si caratterizza per la forte connotazione ludica. La sala principale è animata da diverse opere, che possono manifestarsi singolarmente e coesistere formando un mosaico digitale interattivo; alcune di esse sono già state analizzate, come Flutter of Butterflies [fig. 87], <154 costituita di farfalle digitali che nascono e aumentano di numero se l’osservatore è immobile e che cessa di esistere se questo, toccandole ripetutamente, ne provoca la morte; si segnala, inoltre, Shifting Valley, <155 che si configura come una sorta di opera ibrida, combinazione di Animals of Flowers, anch’essa presente, e Graffiti Nature.
 

Fig. 88: L’insieme della opere sopracitate che coesistono e costituiscono la sala principale di Forest - Fonte: Filippo Mencucci, Op. cit. infra

Tra le opere non ancora toccate, vale la pena menzionare: Kodō suru daichi鼓動する大地 / Beating Earth, <156 che sfrutta la tecnologia digitale per simulare, attraverso linee, una deformazione del terreno su cui si cammina, distorcendo così la percezione dello spazio del visitatore; Tsubutsubu no taki, zenshin de sukū to chiisaki mo ookinau neri to naru darō つぶつぶ滝、全身ですくうと小さきも大きなうねりとなるだろう / Waterfall Droplets, Little Drops Cause Large Movement, <157 con cui vengono prodotte sfere d’acqua che viaggiano lungo tutta la sala e con cui è possibile interagire: se ostacolate, queste si comportano come fossero palle che rimbalzano; è possibile fermarle bloccando il loro percorso e facendo sì che si uniscano diventando una singola sfera che comincia ad assumere il comportamento dell’acqua [fig. 88].
Anche gli automomous sono presenti all’interno di quest’area museale con Taifūn bōru to jūryoku ni aragau ni koō suru seimei no mori - aimaina kyūshoku to kihon no sanshoku タイフーンボールと重力にあらがう呼応する生命の森 – 曖昧な9色と基本の3色/ Typhoon Balls and Weightless Forest of Resonating Life - 9 Blurred Colors and 3 Base Co-lors. <158 Collocati all’interno di un’ampia stanza cui si può accedere attraverso un ingresso di forma triangolare, le unità luminose cambiano colore (dodici in tutto) se toccate; la peculiarità di questa installazione è data dal fatto che gli autonomous presenti al centro della stanza fluttuano senza supporti [figg. 89a e 89b].
 


Figg. 89a e 89b: L’ingresso caleidoscopico alla sala degli autonomous e la sala stessa - Fonte: Filippo Mencucci, Op. cit. infra

In base alla struttura del sito ufficiale di teamLab, le opere appena citate vanno a far parte, nel loro insieme, di Athletics Forest; ma sono forse quelle di cui si parlerà di seguito a rispecchiare più efficacemente l’originalità del progetto.
 

Fig. 90: Fuwafuwana chikei no tsubutsubu no chisō ふわふわな地形のつぶつぶの地層 - A Whole Year per Year / Soft Terrain and Granular Topography - A Whole Year per Year - Fonte: Filippo Mencucci, Op. cit. infra


Oltre a Balance Stepping Stones, di cui si è già parlato, l’opera Fuwafuwana chikei no tsu-butsubu no chisō ふわふわな地形のつぶつぶの地層 - A Whole Year per Year / Soft Ter-rain and Granular Topography - A Whole Year per Year [fig. 90] <159 è tra le più originali e variegate all’interno del gruppo di Forest: essa si costituisce di un pavimento soffice che, modellato in altezze variabili, simula la conformazione di un territorio in miniatura; all’interno di questo territorio, racchiuso all’interno di una stanza, si manifestano fiori digitali di piccole dimensioni che, diversi a seconda della stagione, scendono dall’alto come fiocchi di neve o riproducono il corso di un fiume. I partecipanti possono interagire con i fiori in diversi modi: camminando sul terreno, questi deviano dalla propria traiettoria, lasciando un’area vuota attorno alla persona; ancora, tenendo le mani aperte sul muro, mentre i fiori cadono, è possibile raccoglierli e accumularli; infine, soffermandosi sul pavimento in modo che essi confluiscano sulla conca che si è creata. In entrambi i casi, una volta rilasciati i fiori o se si salta, questi si disperderanno come per via di un’esplosione.

Fig. 91: Kōsoku kaiten hane-kyū no aomushi hausu 高速回転跳ね球のあおむしハウス / Rapidly Rota-ting Bouncing Sphere Caterpillar House - Fonte: Filippo Mencucci, Op. cit. infra

Infine, Kōsoku kaiten hane-kyū no aomushi hausu 高速回転跳ね球のあおむしハウス / Rapidly Rotating Bouncing Sphere Caterpillar House [fig. 91], <160 una stanza ricoperta di sfere elastiche rotanti colorate sviluppate da teamLab su cui è possibile saltare; i partecipanti hanno la possibilità di percorrere la stanza cercando di atterrare sulle sfere le quali, se toccate, interrompono la rotazione; inoltre, queste cambiano colore e riproducono un motivo che, assieme all’avanzamento della sequenza, diviene più acuto. Dopo un certo nu-mero di salti sulle sfere dello stesso colore, un bruco nasce su ognuna di esse (anche questi ultimi hanno colori diversi, in base alla sfera). A sequenza ultimata, i colori della sfera vengono proiettati attraverso tutta la stanza e, allo stesso modo, questa si riempie anche di bruchi.
[NOTE]
154 Titolo completo: Gunchō, hakanai inochi 群蝶、 儚い命 A Whole Year per Year / Flutter of Butterflies, Ephemeral Life - A Whole Year per Year. Cfr. https://www.teamlab.art/jp/ew/flutter_of_butter-flies_year_forest/forest/
155 Titolo completo: Ugomeku tani no, hana to tomo ni ikiru ikimonotachi - A Whole Year per Year うごめく谷の、花と共に生きる生き物たち - A Whole Year per Year / Shifting Valley, Living Creatures of Flowers, Symbiotic Lives – A Whole Year per Year Cfr. https://www.teamlab.art/jp/ew/shifting_valley_living_crea-tures_year_forest/forest/
156 https://www.teamlab.art/jp/ew/beating_earth_forest/forest/
157 https://www.teamlab.art/jp/ew/droplets_forest/forest/
158 https://www.teamlab.art/jp/ew/typhoon_balls_forest/forest/
159 https://www.teamlab.art/jp/ew/soft_terrain_year_forest/forest/
160 https://www.teamlab.art/jp/ew/rapidly_rotating_forest/forest/
Filippo Mencucci, teamLab: arte senza confini, Tesi di laurea, Università Ca' Foscari Venezia, Anno Accademico 2020/2021

venerdì 3 agosto 2012

Un gesuita di Taggia che nel Seicento viaggiò in Estremo Oriente

Nasce nel 1608 nel territorio della Serenissima Repubblica di Genova, a Taggia, di cui qui a fianco si può vedere una fotografia dello storico ponte, Giovanni Filippo De Marini, gesuita e missionario in Estremo Oriente. 

Entra nella Compagnia fondata dal Loyola nel 1625. Dopo 13 anni, nel corso dei quali matura ed affina le doti potenziali di missionario, s'imbarca per le Indie nel 1638. 

Prima tappa, il Tonkino, di cui, come accennerò tra breve, lascia per iscritto vivi ricordi di attuale efficacia espessiva.

Incontra in breve tempo il favore dei superiori, se abbastanza presto gli viene affidato l'incarico di Rettore del Collegio Gesuitico di Macao.

Senza dimenticare che é pur sempre uomo del suo tempo, connota una sua originale curiosità, sulla falsariga di altri missionari gesuiti, il più famoso dei quali è certo Matteo Ricci.

E' in Italia, a Roma più precisamente, nel 1660, ma prova un'incontenibile nostalgia per l'Asia, nella quale, per l'esattezza in Giappone, torna definitivamente nel 1674.


Durante l'ultimo suo soggiorno nella penisola, compare il suo scritto più importante, l'Istoria e relazione del Tunkino e del Giappone, del 1663, ma di cui si ricorda un'edizione veneziana del 1665. Un'opera di sicuro di rilievo per una comprensione storica delle conoscenze geografiche dell'epoca, un libro anche agile, nonostante certe pesantezze dell'inevitabile barocco.

Prima di accennare alle sue convinzioni più profonde - il De Marini é pur sempre un religioso, missionario per giunta -, voglio produrre almeno un esempio della sua attenzione più umana: assistendo ad una gara locale di voga, da lui descritta in modo plastico, se ne esce con un vivido paragone mutuato oggettivamente dalle sue esperienze di adolescente che vide il mare ligure.

Il De Marini scrive anche un celebre "Elogio di Confucio", che la dice lunga su certo sincretismo operato in Oriente da tanti esponenti della sua Compagnia. Là, mi permetto di dire io, i Gesuiti non sono così filantropi come con gli indios del Paraguay. Più semplicemente cercano di essere realisti a cospetto di grandi potenze statuali. La Cina lo é ancora in quel momento. Certa spregiudicatezza intellettuale della Compagnia, per sua implicita connessa invasiva arroganza, la stessa di altri ordini religiosi operanti a quelle latitudini, non le evita, come noto, periodi alterni di scontri con le popolazioni, ma anche di persecuzioni  da parte di autorità locali.

Tornando al De Marini, occorre aggiungere che in Giappone, nonostante la complessità dei tempi, sa come al solito destreggiarsi. Muore, esempio di un certo pendolarismo professionale, a Macao nel 1682.

In definitiva, potrei sostenere che De Marini é semplicemente una gloria - faccio per dire, perché poco nota! - locale. Ma, a mio avviso, avendo fatto le sue missioni, in cui profondamente credeva, con sensibilità umana, e avendo trasmesso cospicua documentazione sui suoi soggiorni in Estremo Oriente, é anche una figura interessante sotto molti riguardi.